Arti e spettacolo
Natale fra le rocce
IL PRESEPE VIVENTE A CERQUETO
“Dalle stelle in una grotta, sei disceso Re del Cielo, non curando il freddo e il gelo perché spinto dall’amor / dell’Eterno Genitore hai lasciato il dolce seno, per venir su questo fieno, tanto umile a penar”. È l’incipit di un canto natalizio intonato dalle giovani donne di Cerqueto per la Messa di Mezzanotte, durante il bacio alla statua di Gesù bambino. Sin dalle origini ha accompagnato la scena della Natività del Presepe Vivente, rappresentato da tutta la comunità del piccolo paese di pastori e cardatori adagiato ai piedi del Gran Sasso in uno scenario suggestivo e imponente, illuminato ad arte, fra le rocce e le boscaglie che sovrastano l’abitato. La stella cometa percorre un tratto di montagna, infuocata di luce, mentre i Re Magi si avvicinano lentamente alla capanna per porgere il loro devoto saluto.
Don Nicola Jobbi, 30 maggio 2009
Colossale rappresentazione collettiva che coinvolge tutti gli abitanti di Cerqueto, il Presepe Vivente fu ideato da Don Nicola Jobbi alla fine del 1966, ispirato da alcune conversazioni con altri sacerdoti della zona e con gli amministratori della vicina Pietracamela, il paese in cui inizialmente doveva realizzarsi. Dissidi organizzativi spinsero il parroco a proporre il Presepe a Cerqueto, dove l’entusiasmo e la sentita partecipazione delle persone favorirono il successo della prima edizione e, nei decenni, l’affermazione dell’iniziativa e l’arricchimento dell’impianto scenico, del testo narrato, della colonna sonora. Secondo la testimonianza di Don Jobbi la prima Madonna fu scelta da Roberto Leydi, quando a Capodanno del 1966 si recò per la prima volta in paese per incontrare il parroco ed effettuare delle registrazioni assieme a Diego Carpitella.
Il Presepe Vivente è diventato nel tempo un momento di identificazione comunitaria con le vicende della storia sacra che dalla Creazione giungono fino all’avvento di Cristo e all’Adorazione dei Re Magi, in uno scenario unico che trasfigura l’ambientazione naturale in luogo mitico, ispirato, così come la montagna è a tutti gli effetti un luogo propenso alla rivelazione religiosa, uno spazio di proiezione ideale dell’interpretazione biblica. San Giuseppe, la Vergine, gli angeli e i pastori, il Signore creatore e i Re Magi, i soldati con Erode, sono pertanto incarnati ogni anno dagli abitanti, che vivono un processo di ciclica immedesimazione nelle figure chiave della narrazione.
Lo stesso nome che la comunità ha attribuito nei primi anni al Presepe ne tradisce l’ambivalenza di evento connotato da elementi religiosi ma vissuto come una rappresentazione profana o, viceversa, di messa in scena teatrale che acquisisce però, nel suo svolgersi, le funzioni di un vero e proprio rituale che modella la comunità sulla base di una storia esemplare vissuta in prima persona, come un gigantesco rito di passaggio e di annunciazione di un nuovo mondo: “Il Mistero della Natività – manifestazione Sacro-folcloristica”, oggi definita anche “rappresentazione religiosa storica”. I Vescovi della Diocesi di Teramo hanno del resto presieduto molte edizioni, impartendo la loro benedizione; “A Cerqueto per una notte è stato come a Betlemme”, hanno titolato i giornali locali.
Il bambino o la bambina, identificati con il Re del Cielo, sono scelti in effetti fra i nuovi nati del paese. La stalla della Natività – una grande capanna costruita sul posto e visibile durante tutto l’anno – si colloca dunque a Cerqueto e vi resta saldamente radicata, e il Presepe accoglie i pastori cerquetani, che assistono alla nascita di “Gesù” con le loro pecore e capre.
Anche i suoni contribuiscono a legare assieme una storia sacra, universale nel mondo cristiano, con la vita particolare del luogo; fu lo stesso Don Jobbi, assieme a Bruno Misantoni e a Federico Mastrodascio, a registrare presso il Giardino Zoologico di Roma i versi degli animali selvatici per riprodurli come elementi sonori della comparsa delle prime forme di vita nella scena della Creazione, assieme ai belati di un gregge di pecore registrati nella montagna di Cerqueto.
La creazione delle piante e degli animali
Cerqueto di Fano Adriano (TE) e Roma, 1969 ca. Registrazione di Don Nicola Jobbi, Federico Mastrodascio, Bruno Misantoni, Archivio Centro Studi Don Nicola Jobbi/Bambun.
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Natale fra le rocce
I Re Magi
Foto di Angelo Nerini, Cerqueto di Fano Adriano, 1967 ca., Archivio Centro Studi Don Nicola Jobbi/Bambun.


Natale fra le rocce
Gruppo di figuranti
Foto di Don Nicola Jobbi, Cerqueto di Fano Adriano, 26 dicembre 1982, Archivio Centro Studi Don Nicola Jobbi/Bambun.


Natale fra le rocce
Erode a cavallo
Foto di Gianluca Pisciaroli, Cerqueto di Fano Adriano, 26 dicembre 2017, Archivio Gianluca Pisciaroli.


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L’arrivo dei Re Magi
Foto di Gianluca Pisciaroli, Cerqueto di Fano Adriano, 26 dicembre 2017, Archivio Gianluca Pisciaroli.


Natale fra le rocce
La capanna
Foto di Gianluca Pisciaroli, Cerqueto di Fano Adriano, 26 dicembre 2017, Archivio Gianluca Pisciaroli.
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Un Presepe fra le rocce
Cerqueto di Fano Adriano (TE), 26 dicembre 2017. Riprese di Stefano Saverioni, Archivio Centro Studi Don Nicola Jobbi/Bambun.
Trasmissione e salvaguardia
Il Presepe Vivente è tramandato da più di un cinquantennio, evolvendosi nel tempo grazie all’innesto costante di nuovi impianti scenici e tecnologici, di illuminazioni, di coreografie, di parti narrative. Promosso dalla Pro-loco di Cerqueto e diretto da Angelo Mastrodascio, il Presepe Vivente coinvolge tutto il paese nella fase di rappresentazione al pubblico, mentre una collaudata squadra locale coordina e realizza tutta la preparazione del set naturale nel mese che precede la messa in scena.
Inizialmente rivolto in maniera esclusiva alla partecipazione di soli abitanti del paese, nei decenni, a causa del progressivo calo demografico, si è necessariamente aperto alla collaborazione con le comunità vicine al fine di riuscire a coprire tutti i ruoli presenti nel racconto.
Gli attori si muovono come figuranti, in sincrono con i movimenti di alcune figure meccaniche azionate elettronicamente e con il dinamismo cromatico impresso dall’accensione e dallo spegnimento delle luci, mentre una voce registrata narra la storia osservata sul costone della montagna.
Negli ultimi anni hanno vivamente collaborato all’organizzazione anche le associazioni del capoluogo Fano Adriano, gestendo l’accoglienza dei numerosissimi curiosi e fedeli che affrontano il rigido clima delle sere di dicembre e una strada spesso innevata per raggiungere il paese e assistere alla rappresentazione. Il Presepe Vivente è diventato un appuntamento fisso del calendario invernale, sostenuto da numerosi enti del territorio come il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga e il Bacino Imbrifero Montano (BIM) del Vomano-Tordino, e lo stesso comune di Fano Adriano.
Fra le azioni di valorizzazione attuate dalla Pro-loco è da segnalare l’idea di far realizzare ogni anno l’immagine della locandina a un riconosciuto artista della regione, acquisendo poi l’opera in originale per la costituzione di una vera e propria collezione di rappresentazioni della Natività.