Rites and social practices
The Passion Cross Song
Good Friday in Basciano
“Ho il cuor pentito e affranto, ho l’anima in tormento / Gesù ho peccato tanto, tu sol mi puoi salvar”. Inizia così il canto della Maddalena di Basciano, durante la processione del Venerdì Santo per le vie del paese, fra vicoli e aperta campagna, quando un doppio corteo parte all’unisono da luoghi diversi: Maria disperata da un lato, dall’altro il Cristo ormai defunto, circondati da prediche e canti, avanzano verso il doloroso ricongiungimento. È un percorso di ciclica espiazione, dominato dal simbolo della Croce e interpretato per secoli nella forma rituale di una sacra rappresentazione collettiva, per ricordare alla comunità il compimento del cammino celeste che la attende.
Anna Rita Timperi, 28 dicembre 2012
A Basciano, borgo collinare del Medio Vomano, fino agli anni Ottanta del Novecento le giovani donne del paese hanno interpretato le figure della Passione di Cristo, cantando a turno, in coro o a voce sola, le melodie processionali che descrivono i patimenti del supplizio e narrano la sofferenza dell’attesa, la certezza della morte, il pentimento e la richiesta di perdono. Sono le Spade e le Piaghe, le Piangenti e le Marie, gli Stendardi e il Calvario, il Barbaro Cuore e le Croci, e poi la Maddalena e la Veronica, con le loro rispettive insegne e simboli e le differenti parti di canto, in una gerarchia di ruoli che presupponeva la formazione progressiva della voce dall’infanzia alle soglie dell’età adulta, quando le ragazze si sposavano. Durante le prove era loro insegnato dai più esperti del paese come esprimere in pubblico le emozioni del dolore e della disperazione attraverso l’esecuzione delle parti, a definire le posture del corpo e l’andamento del doppio corteo, che realizzava infine la congiunzione fra la processione della Madonna Addolorata, uscente dalla chiesetta di San Giacomo, e il baldacchino con il corpo del Cristo Morto, proveniente dalla chiesa principale, per divenire un medesimo e compatto insieme processionale fino alla benedizione conclusiva del parroco.
Di impronta gesuitica, modellate a partire dalle processioni penitenziali cinquecentesche, dalla trasformazione delle stesse in cortei funebri di accompagnamento al corpo di Cristo, elaborate dalla pietà barocca, questo genere di processioni sono centrate sulla meditazione sceneggiata e incorporata della passione e della morte di Gesù. Particolarmente diffuse nell’area del Medio e Basso Vomano, dominate dalla presenza femminile, erano tuttavia, in alcuni casi come a Villa Petto, precedute da un corteo di uomini; a Basciano la processione del Cristo Morto era aperta dalla figura della Morte, seguita da un tamburino e da San Michele Arcangelo, da una prima Croce e poi da ulteriori trentadue Croci, interpretate e portate, in genere, da figure maschili.
Dopo ogni parte cantata era eseguito un commento, che marcava il significato del rito con brevi descrizioni delle figure e delle loro funzioni nel cammino di sofferenza di Cristo, in quello di Maria che lo cerca disperata, accompagnate da esortazioni e messaggi di redenzione e di salvezza.
Mary Magdalene
Basciano (TE), December 28, 2012. Recording by Gianfranco Spitilli,
Don Nicola Jobbi Study Centre Archive/Bambun
Listen to the track



The Passion Cross Song
The photo of Our Lady of Sorrows
Photo by Gianfranco Spitilli,
Basciano (TE), December 30 2012,
Don Nicola Jobbi Study Centre Archive/Bambun


The Passion Cross Song
Mary Magdalene in procession
Photo by Gianfranco Spitilli,
Basciano (TE), December 30, 2012,
Don Nicola Jobbi Study Centre Archive/Bambun


The Passion Cross Song
An article on the procession
Document by Emilio Di Nicola,
Basciano (TE), December 30, 2012,
Archive of Emilio Di Nicola.


The Passion Cross Song
Procession of Our Lady of Sorrows
Photo by Cesare Baiocco,
Basciano (TE), April 9, 1982,
Archive of Cesare Baiocco.


The Passion Cross Song
The Dead Christ
Photo by Cesare Baiocco,
Basciano (TE), April 9, 1982,
Archive of Cesare Baiocco.
Watch the video
The photos of the procession
Basciano (TE), December 30th 2012. Filming by Gianfranco Spitilli, Don Nicola Jobbi Study Centre Archive /Bambun.
Cultural transmission and protection
La processione del Venerdì Santo di Basciano, trasmessa oralmente dalle vecchie generazioni, fu riscoperta nella seconda metà degli anni Sessanta del Novecento, dopo alcuni anni di interruzione, dagli insegnanti Giuseppe Martegiani, Benito Di Filippo e Tullio Tiberi, che per ripristinarla in tutte le sue componenti si rivolsero a un falegname del paese, particolarmente esperto dei repertori cantati nel corteo pasquale, delle figure e degli attrezzi necessari alla realizzazione della complessa articolazione scenica. Le prove iniziavano durante la Quaresima nella chiesetta di San Giacomo, nei pressi della casa parrocchiale, ed erano guidate dall’anziano artigiano assieme alle nuove figure di coordinatori, che trasmettevano alle giovani generazioni i repertori e le posture da tenere durante il lungo tragitto. Tullio Tiberi realizzò anche una dettagliata registrazione delle voci dell’epoca, che resta tuttora una delle poche testimonianze sonore disponibili della processione, in seguito nuovamente interrotta a partire dal 1983, quando il nuovo parroco, appena subentrato, giudicò questo genere di cerimoniali un retaggio del “paganesimo”, eliminandone forme e contenuti.
Resta l’impegno di allora, cadenzato e ripetuto ogni tre anni, per la complessità organizzativa che la processione comportava, come rimangono ai posteri le preziose documentazioni fotografiche di tanti appassionati e le ricerche di Aristide Di Filippo ed Emilio Di Nicola, che hanno contribuito a fissarne alcuni elementi significativi e a trasmetterne memoria con la pubblicazione di articoli e la trascrizione dell’intera parte testuale della rappresentazione, accompagnata dalla descrizione del suo svolgimento.
Negli ultimi anni, nell’ambito del progetto europeo Réseau Tramontana, sono state raccolte ulteriori testimonianze mediante interviste video e registrazioni di parti cantate, brevi montaggi e diffusione web di una parte dei materiali raccolti, inseriti in un più ampio quadro di ricerca sistematica sulle processioni del Venerdì Santo delle valli del Vomano e del Mavone.