Lu benedimmë
Gaspero Scardelletti e Michele Zaccagnini cantano stornelli augurali eseguiti in genere la notte fra il 30 aprile e il 1° maggio per le case del paese di Cerqueto. Si tratta dell’unico documento sonoro che testimoni il canto augurale di questua del “maggio” a Cerqueto e nell’area dell’Alto Vomano. Davanti alle abitazioni venivano intonati stornelli dedicati ai componenti della famiglia che riceveva la visita dei cantori, abbinando l’improvvisazione in rima con un fiore. Il carattere dell’andamento melodico, lo stile esecutivo e il tipo di emissione vocale utilizzati sono comuni a quelli adottati in tutta l’area teramana e centro-meridionale per intonare in genere i canti di segnale e di richiamo, come nel caso degli stornelli alla stesa.
Interprete
Gaspero Scardelletti, Michele Zaccagnini
Luogo
Cerqueto di Fano Adriano (TE), Italia
Data
1964
Registrazione a cura di
Don Nicola Jobbi
Formato di registrazione
Analogico
Supporto di registrazione
Nastro magnetico
Genere
Canto
Durata
1'57''
Produttore
Don Nicola Jobbi, Bambun APS
Fondo
Fondo Jobbi
Personaggi
Gaspero Scardelletti, Michele Zaccagnini
Proprietario
Centro di Dialettologia e di Etnografia
Contributore
Bambun APS
Collocazione
B25, Abruzzo 6
Segnatura
BAMBUN_JOBBI_A000003
Localizzazione
Fondo Leydi, Centro di Dialettologia e di Etnografia, Bellinzona, Svizzera / Archivio Centro Studi Don Nicola Jobbi/Bambun APS, Teramo
Diritti d'uso
C-Tutti i diritti riservati
Formato digitale
mp3
Il distico è intonato dal primo cantore, Gaspero Scardelletti; il secondo cantore, Michele Zaccagnini, si inserisce sul suono conclusivo riprendendo il secondo emistichio del secondo verso, per chiudere con la ripetizione dell’intero verso. Alcune interpretazioni locali identificano nella prima parte del verso di apertura una formula augurale, da leggersi dunque lu benedimmalò, in altre versioni lu bendilummalò, o anche lu benë e la malor. L’incipit testuale ha un riscontro in due vatoccu documentati da Alan Lomax in provincia di Macerata nel 1954, contenuti nella Raccolta 24 degli Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma (brano 10, E lo benedico lo fiori de pepe; brano 18, Lo benedico lo fiori dell’olmo). Nel catalogo dei documenti del Fondo Leydi questo brano viene in effetti annotato come canto a vatoccu; in realtà l’andamento delle parti, con l’unica sovrapposizione all’ottava tra il passaggio dei cantori, non evidenzia connessioni dirette con il tipo di diafonia che a Cerqueto è conosciuta come vatocco o batocco. Brano già pubblicato in: M. Magistrali (a caura di), CD allegato a G. Spitilli (a cura di), "Cerqueto è fatto a ferro di cavallo. Le attività di Don Nicola Jobbi in un paese montanto dell'Appennino Centrale (1963-1984)", 2009; G. Spitilli (a cura di), "Abruzzo 6. Le prime registrazioni di Don Nicola Jobbi a Cerqueto dal Fondo Leydi", Tramontana Sonora, Teramo, 2014. Il contenuto del nastro Abruzzo 6 è stato restaurato e rimasterizzato nel 2014 ai fini della pubblicazione da Bambun APS nell'ambito del progetto europeo Tramontana Network e del progetto Culture Immateriali dedicato al Fondo Jobbi. Pubblicato per gentile concessione del CDE-Centro di Dialettologia e di Etnografia di Bellinzona, Canton Ticino, Svizzera; documento salvaguardato grazie al sostegno di Memoriav.
Lu benedimmë lo fioro di mele cendë saluta le lasci’a Mëcchela lasci’a Mëcchele cendë salutë lë lasci’a Mëcchelë E lu benedimmë lo fior di menduccë centë salutë le lasci’a ‘Ngëluccë lasci’a ‘Ngeluccia cendë salutë lë lasci’a ‘Ngeluccë Lu benedimmë lo fior di spichettë centë saluta le lasci’a Mëchetta lasci’a Mëchetta centë salutë le lasci’a Mëchettë Fioro di lino cendë salutë le lasci’a Angelina o lasci’a Angelina cendë salutë le lasci’a Angelinë E li saluta te le mannë tandë per quanta fronde navëga lu vendo naviga lu vendo per quanta fronde navëga lu vendë Lu benedimmë lo fioro di fava salutë la famija generala a generala salutë la famija generalë